Ci piace stampare, e questo lo sapete già. Ci piace molto stampare bene, e questo lo avete capito conoscendoci. Ma non ci siamo inventati niente! Per questo oggi vorremmo parlarvi un pò della storia della stampa, della nascita di questa tecnologia fantastica che (oggi) in pochi semplici passi permette di creare dei prodotti di altissima qualità a prezzi competitivi.
Non è stato sempre così e per questo vogliamo raccontarvi dove e quando è iniziata quest’avventura, per mano di chi e quali grandi avvenimenti hanno scandito la lunga vita della stampa.
Viene attribuita a Johannes Gutenberg l’invenzione dei caratteri mobili, vale a dire quei tasselli metallici contenenti le lettere dell’alfabeto in rilievo che uniti formano delle parole. Questi tasselli venivano allineati in linee e così si creavano delle pagine che poi venivano stampate attraverso la pressione di un torchio. L’invenzione risale alla metà del 1400, quando viene stampata il primo libro, la Bibbia.
La caratteristica del primo prodotto editoriale, perchè in effetti fu messo in vendita a Francoforte nel 1455, era il suo essere contraddistinta da 42 linee di testo per ogni pagina.
La diffusione in tutta Europa è stata la naturale conseguenza e in Italia il primo libro è stato il De Oratore di Cicerone, stampato nel 1465 nell’Abbazia di Santa Scolatista a Subiaco e proprio quest’anno in occasione dell’anniversario PressUp ha avuto il piacere di ri-stamparlo.
Fino al 1500 i prodotti che venivano realizzati con la stampa a caratteri mobili vengono definiti incunabili perchè strutturati esattamente come i manoscritti antichi. Pian piano la tecnologia e lo stile tipografico prendono piede e i caratteri diventano sempre più leggibili. Dal 1700 vengono proposti nuovi caratteri e stili, è il secolo di John Baskerville e Giovanni Bodoni, questi nomi vi ricordano qualcosa?
A partire dal 1800 lo sviluppo tecnologico coinvolge la struttura linea di Gutenberg che ben presto viene sostituita da una pressa composta da una struttura metallica. Sono gli anni in cui tutto ciò che ruota attorno all’industria tipografica subisce una spinta in avanti. Nasce la macchina continua che produce il foglio di carta continuo per stampare più velocemente, sono gli anni in cui nasce la carta derivata dalla pasta di legno. Obiettivo: stampare il più possibile a costi sempre minori. Viene prodotta la pressa piano cilindrica a vapore e successivamente la macchina a quattro cilindri, capace di stampare oltre 5000 copie all’ora, un’enormità in confronto alle sole trecento copie che potevano essere stampate in precedenza. A fare tesoro di queste innovazioni tecnologiche furono principalmente i giornali.
Alla fine del 1800 nasce la stampa in quadricromia. Una vera rivoluzione! Permettiamoci un pò di campanilismo e sottolineiamo che Auguste Hippolyte Marinoni, un italiano, ha inventato la stampa a colori in quadricromia CMYK. Il funzionamento sarà noto a tutti, ma è un piacere poterlo ricordare: i quattro elementi (ciano, magenta, giallo e nero) vengono sovrapposti uno all’altro e in questo modo formano un’immagine contenente tutte le sfumature cromatiche.
Bisognerà aspettare il 1960 per avere una nuova rivoluzione, la stampa offset, mentre a partire dal 1970 il progresso tecnologico grazie all’uso dei computer ha influenzato il mondo della tipografia. Ovviamente la possibilità di impaginare attraverso programmi realizzati ad hoc reso necessario un adattamento della tipografia alle nuove esigenze.
Cosa possiamo aggiungere? Da Gutenberg a PressUp il passo sembra piuttosto breve, non vi sembra?
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