Per un graphic designer in genere rappresenta la prima sfida, uno di quei progetti non si possono rifiutare, che fanno parte del bagaglio formativo di chi si appresta al mestiere del grafico editoriale, e croce e delizia di chi questo mestiere lo fa da sempre: il pieghevole e con lui la brochure.
A chi non è capitato di progettare un pieghevole o una brochure, o entrambi? E quante volte è capitato di pensare che forse quel formato scelto non era quello giusto per il progetto? Bene, affrontiamo l’argomento “pieghevoli” e lo ampliamo con il tema “brochure” per scoprire i segreti dei formati e delle impaginazioni di questi strumenti tanto amati dalle aziende e un po’ meno dai graphic designer, che spesso si trovano a dover accontentare le esigenze di un cliente che vuole dire tutto in poco spazio!
Come per i tipi di carta, esistono dei formati standard per i pieghevoli, un modo semplice per chiarire subito le idee sia del grafico che del cliente, perchè essendo formati standard sono anche i più utilizzati.
Nello specifico i modelli standard di pieghevoli sono:
– il pieghevole a due ante, chiamato anche “quartino”
– il pieghevole a tre ante, a finestra, che viene anche chiamato “a portafoglio”
– il pieghevole a tre ante, anche chiamato a fisarmonica
– il pieghevole poster, ottavo a croce
Questi modelli rappresentano la base per un grafico, il vocabolario di base di un professionista che lavora in questo settore.
In generale il pieghevole si presenta con un formato chiuso per poi svilupparsi in un formato molto ampio, all’interno, che consente di creare dei movimenti dinamici grazie alle piegature.
Questi formati appena indicati rappresentano, come già detto, i formati standard dei pieghevoli, ma spesso i creativi realizzano dei progetti speciali creando dei formati unici per il progetto che stanno seguendo. Per intraprendere questo tipo di scelta sarà bene considerare i costi di stampa, che implicano necessariamente la realizzazione di una fustella fuori formato standard e quindi decisamente più costosa.
Ovviamente un pieghevole può contenere una limitata quantità di informazioni, per questo quando è necessario entrare nel dettaglio è più indicato l’uso di brochure. Le brochure non superano le 30 pagine e generalmente vengono rilegate con l’uso del punto metallico o in alcune circostanze in brossura.
In entrambi i prodotti editoriali di cui abbiamo parlato, il pieghevole nel caso di un prodotto semplice e diretto di presentazione dell’azienda e la brochure in caso di un prodotto che necessita di maggiore spazio per i contenuti editoriali, è necessario considerare il formato come elemento determinante in fase di progettazione. Sarà bene dunque, che le dimensioni del pieghevole come della brochure siano compatibili con le dimensioni dei fogli di stampa, non solo per questioni di praticità ma anche per una questione di costi.
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